Il 4 novembre si terrà a Roma il Primo Congresso dell’Associazione Italiana Vulvodinia (AIV). Negli anni, l’associazione ha stimolato la formazione e la ricerca, contribuendo in modo attivo a diffondere le conoscenze riguardo la diagnosi e cura della vulvodinia.
Qualche mese fa abbiamo invitato ad un call for abstract in occasione del congresso. L’iniziativa è stata accolta con molto entusiasmo e, come avevamo annunciato, abbiamo il piacere di presentarvi i dieci abstract pervenuti. Vi invitiamo a seguire i nostri canali social per conoscere i migliori contributi a giudizio del comitato scientifico dell’Associazione che accederanno alla presentazione orale in sede congressuale.

 

Titolo dello studio: Vulvodinia e sindromi urenti pelvi-perineali: istaminosi alimentare e aspetti clinici di una “emicrania genitale” 

 

Autore: Dr. Felice Nisticò, responsabile Servizio di UroGinecologia-Urodinamica e Uroriabilitazione, Struttura Complessa di Urologia – Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” – Viale Pio X – 88100 Catanzaro.

 

Argomento: Vulvodinia – Sindromi Disfunzionali dei Genitali – DAO Test – Istaminosi.

 

ABSTRACT CONGRESSO VULVODINIA – 4 NOVEMBRE 2022, ROMA

Il lavoro si propone un inquadramento clinico della Vulvodinia come entità nosologica specifica in seno alle altre Sindromi Urenti dei Genitali; in modo particolare si compara il ruolo dell’istamina [autologa, esogena e da ridotta degradazione] in tale sindrome e nell’emicrania (oltre che nelle sindromi cefalalgiche) per le analogie delle manifestazioni cliniche e per l’assenza di una standardizzazione diagnostico-terapeutica. 

Ruolo del DAO-Test (test della Insufficienza dell’enzima DiAminoOssidasi). 

Possibilità di nuove strategie terapeutiche “specifiche”.

La classificazione della Vulvodinia è basata sul sito del “dolore-bruciore-puntura di spilli-tagliuzzamento” in area genitale apparentemente illesa (!)

Il sintomo può essere avvertito spontaneamente, senza alcun contatto (vulvodinia spontanea) oppure essere scatenato da un accostamento fisico (indumenti stretti, speculum ginecologico, assorbente esterno o interno, penetrazione durante il coito, etc.), come nella vulvodinia provocata. Spesso le due forme, spontanea e provocata, coesistono. Gli eventi acuti ovvero le recrudescenze sintomatologiche spesso compaiono dopo l’assunzione di cibi e/o bevande ben identificate. Sono state classificate sostanza “Ricche” di istamina, altre in grado di liberare Istamina – “Liberatorie” -, altre ancora capaci di ridurre/inibire l’azione dell’enzima degranulante l’istamina (la “DiAminoOssidasi”) – sostanze Pro-Istaminiche-

L’esperienza clinica degli ultimi dieci anni suggerisce che occorre contemplare l’assetto post-urologico, le co-morbidità quali sindrome del colon irritabile (o altre disfunzioni del transito intestinale), patologie del connettivo o quadri di malessere legati a intolleranze alimentari e/o regimi dietetici con alimenti istamino-correlati neintero aspetto della Diagnosi.

L’istaminosi (intesa come eccessiva e irregolare risposta dell’organismo all’istamina, che si traduce nell’incremento di componenti molecolari secreti nell’interstizio e associati alla flogosi e alla neuro-flogosi) era già nota da tempo come entità nosologica; tuttavia è suggestiva l’associazione clinica con la vulvodinia e, soprattutto, la remissione clinica documentata in donne  sottoposte a regimi alimentari privi di istamina per motivi diversi e comunque con correlati con la patologia vulvare.

Tali osservazioni sono state messe in relazione anche con quadri patologici (e terapeutici) associati a “Cefalee” [sindromi food-induced, del tipo “Emicrania food-induced istamino mediata”] suggerendo un processo fisiopatologico simile. Processi patogenetici assimilabili potrebbero indurre lo sviluppo sia di Test appropriati di carattere biochimico-molecolare (es.: DAO-Test), sia indirizzare l’Industria Farmaceutica verso una produzione mirata all’inibizione dell’attività istaminica specifica o anche verso nuove opzioni farmacologiche “ad hoc”.

STUDIO 1 – Vulvodinia e sindromi urenti pelvi-perineali: istaminosi alimentare e aspetti clinici di una “emicrania genitale”